MULIERE STAVA INDAGANDO I COLLETTI BIANCHI DELLA SANITÀ?

 

INVIATO DA WEBMIN IL DOM, 29/09/2013 – 22:28
di giorgio drago

In 17 uomini, questore in testa, sono andati al Commissariato per farla fuori; come Pisacane a Sapri non aveva portato via neppur un pane ma l’han trattata come i ladri usciti dalle tane.

La versione ufficiale vuole che il trasferimento del vice-questore Adriana Muliere sia da imputare all’ospitalità che la poliziotta dava ad alcuni cani randagi offrendo loro cibo e ricovero presso il Commissariato.

Una storia grottesca, con tanto di telecamere della Scientifica ad immortalare le ciotole ed i croccantini, ma come tutte le storie siciliane ricca di simboli segnali e moniti.

Abbiamo già anticipato che non avremmo spento i riflettori su questa vicenda che ci appare violenta ed inquietante, e così proviamo a porci delle domande che vorremmo interpellassero il Questore e l’Autorità ministeriale di controllo. La Muliere è funzionario di grande esperienza, impegnata già negli anni ’90 nelle indagini più delicate al clan Santapaola, è molto amata dai suoi uomini e chi la conosce sa che svolge la sua attività senza perniciose riverenze nei confronti di nessuno.

Al Commissariato di Nesima – uno dei più caldi della città – arriva con l’entusiasmo di sempre e con 27 anni di lavoro sulle spalle.

Il territorio di competenza vede il radicamento delle famiglie mafiose storiche catanesi, con i loro affari legati al traffico di droga alle estorsioni al racket dell’usura, ma anche attente a collegarsi con la politica e con le istituzioni controllando il voto popolare. Ma in quel territorio ci sono anche presidi civili importanti, c’è il nuovo ospedale Garibaldi, c’è il Dipartimento di veterinaria, c’è l’Agenzia del Farmaco.

Ecco il farmaco!

Ed ecco l’aspetto inquietante della storia apparentemente incredibile? Pare, infatti, che la dott.ssa Muliere stesse seguendo – e portando a termine – una delicata indagine su strani affari che ruoterebbero attorno ai farmaci. Indagini che avrebbero raggiunto farmacie, strutture pubbliche, agenzie, depositi e di conseguenza farmacisti, medici, funzionari pubblici, depositari farmaceutici, (politici?).

Una trama di illeciti che andrebbe dalle false prescrizioni ai falsi fustelli farmaceutici al riciclaggio dei farmaci. Roba da fare accapponare la pelle e che coinvolgerebbe quelli che con espressione comune definiamo insospettabili colletti bianchi. Uomini e donne influenti, con amicizie e parentele importanti, con una capacità di condizionamento della città molto forte; niente a che vedere per grado di violenza con i paesaggi di intimidazione e prepotenza descritti da Leonardo Sciascia ne Il giorno della civetta. L’indagine sarebbe diretta dal Pubblico Ministero dott. Aliotta, persona serissima ed integerrima, e la dott.ssa Muliere le avrebbe coordinate come ufficiale di polizia giudiziaria, visitando veri e propri santuari del potere, acquisendo documenti, ispezionando luoghi. Un’indagine che potrebbe terremotare un pezzo di città cosiddetta bene e che crediamo abbia attivato la solita rete di protezione.

È possibile che a fare per prima le spese della delicata indagine sia stata la Muliere? Avrebbe così pagato la sua tenacia investigativa e la sua irraggiungibilità?

Il vice-questore Muliere, da noi interpellato, ha rifiutato ogni commento chiudendosi in un comprensibile riserbo assoluto, e noi ne rispettiamo anche in questa occasione il senso del dovere, ma la città è piccola e gli allarmi si diffondono veloci. Non spetta a noi fare verifiche, e soprattutto confidiamo che la Magistratura saprá procedere oltre e valutare opportunamente anche questi fatti, ma ci chiediamo se il Questore abbia valutato quali conseguenze sarebbero derivate sull’indagine quando ha adottato il provvedimento di rimozione del dirigente.

Ci domandiamo come sia possibile che il più alto funzionario di Questura abbia potuto privare indagini così delicate della guida investigativa che le ha per tanto tempo seguite.

È normale che ciò accada? E poi con quella grottesca trovata del divieto di dare da mangiare ai poveri randagi?

Il sen. Giarrusso ha rivolto una pesantissima interrogazione al Ministro dell’Interno e noi concordiamo con il parlamentare 5 Stelle che ha parlato di fatto gravissimo. Proseguiremo, pertanto, la nostra ricostruzione dell’accaduto e vi racconteremo, nei limiti dei nostri poveri mezzi, quali altre indagini delicate quel funzionario stesse seguendo. Non siamo, infatti, più disponibili ad accettare supinamente atti di violenza verso chi porta la sola colpa di voler compiere il proprio dovere e di comportarsi onestamente.

C’è stato un tempo in cui i Cavalieri dell’Apocalisse a Catania riuscivano a far trasferire chiunque si permettesse di intralciare i loro affari.

Quel tempo è finito!

Una stampa libera serve anche a questo, a far conoscere ai cittadini la violenza di certi poteri, a non lasciare soli gli onesti.

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Badava ai cani, dirigente di polizia rimossa 
Avrebbe negato la presenza dei randagi

Di Salvo Catalano | 28 settembre 2013

Lo scorso 17 settembre una ventina di poliziotti, tra cui uomini della scientifica e della Digos, coordinati dal questore in persona, ispezionavano il commissariato di Nesima per verificare la presenza di cani nell’edificio. Al termine della visita la dirigente Adriana Muliere veniva trasferita. «Un comportamento inaudito», secondo il sindacato Ugl. Ma dietro la decisione ci sarebbe un antefatto. Intanto il caso è arrivato in Parlamento grazie al senatore grillino Giarrusso, che ha denunciato: «Rimossa perché faceva indagini su grossi gruppi commerciali»

Foto di http://www.flickr.com/photos/fco_blanco/

Poliziotti che interrogano altri poliziotti. La scientifica che reperta alcune ciotole contenti cibo per cani. La Digos alla ricerca di alcuni bastardini. Un’indagine per cui sono stati acquisiti anche i video delle telecamere a circuito chiuso. Chi si fosse trovato a passare lo scorso 17 settembre alcommissariato di Nesima, avrebbe assistito a questa insolita scena. Una ventina di uomini inviati dal questore Salvatore Longo, presente in prima persona insieme al vicario, hanno fattoispezione nell’edificio per verificare la presenza dei cani randagi che, effettivamente, trovano spesso rifugio e assistenza nel cortile del commissariato, guidato dalla dirigente Adriana Muliere, convinta animalista. Alla fine della visita, la Muliere è stata rimossa e trasferita in un altro ufficio della Questura. «Un comportamento inaudito e sproporzionato», secondo il sindacato di polizia Ugl, di cui la dirigente fa parte, che ha chiesto la destinazione ad altro incarico del questore. In questi giorni sono arrivati numerosi attestati di solidarietà alla Muliere e il caso è arrivato anche in Senato, grazie all’intervento di un senatore catanese del Movimento cinque stelle, Mario Giarrusso. Ma dietro l’azione di forza del questore, apparsa sproporzionata, ci sarebbe un antefatto.

Le prime lamentele per la protezione che la Muliere assicura ai cani che stazionano in piazza Eroi d’Ungheria sarebbero arrivate alle orecchie del questore da parte di alcuni colleghi della dirigente. Secondo fonti interne alla polizia, Longo avrebbe telefonato per chiedere spiegazioni, ricevendo però rassicurazioni da parte della funzionaria che avrebbe negato la presenza di animali all’interno del commissariato. Diversa invece la versione del sindacato Ugl, secondo cui la Muliere «aveva ben rappresentato per iscritto della presenza di cani nell’adiacente piazza Calì, regolarmente microchippati e sterilizzati, evidenziando che due di essi di piccola taglia sono soliti entrare attraverso le sbarre del cancello del commissariato».

La vicenda torna all’attenzione del questore qualche tempo dopo. La sala operativa riceve una telefonata da parte di alcuni residenti della zona che si lamentano della presenza dei randagi. I colleghi chiamano in commissariato per chiedere informazioni. A rispondere è il piantone che ingenuamente ammette che i cani si trovano proprio nel cortile. L’indomani, la Muliere, venuta a sapere della telefonata, avrebbe quindi rimproverato il piantone, trasferendolo d’ufficio. Una decisione che avrebbe fatto scattare le lamentele di un sindacato e la successiva ispezione in grande stile del 17 settembre.

Negli ultimi giorni la storia ha suscitato molte reazioni, superando i confini di Catania. «I poliziotti sono stati interrogati da colleghi come criminali solo perché davano da mangiare a cani di quartiere – ha tuonato il 25 settembre nell’aula del Senato il senatore grillino Giarrusso – Ci sarebbe da ridere se non fosse che la dirigente rimossa è una persona qualificata e faceva indagini su grossi gruppi commerciali nell’area di influenza del commissariato. Non vorremmo che dietro questa rimozione ci fossero interessi politico-affaristici-mafiosi che la dirigente ha calpestato». Quindi il parlamentare ha promesso che «uno dei primi atti della commissione antimafia (di cui Giarrusso fa parte ndr), sarà vedere di cosa si stava occupando questa dirigente».

Fonti di polizia riferiscono che, qualche giorno dopo l’ispezione, il questore sarebbe tornato in visita al commissariato. In quell’occasione avrebbe spiegato di non avere nulla contro i cani randagi e avrebbe lasciato liberi i poliziotti di prendersene cura, ma solo dopo aver provveduto ad una raccolta firme tra i colleghi e garantendo igiene e sicurezza.

Il sindacato Ugl ha indetto un sit-in di protesta in piazza Università, che si terrà questa mattina. La Muliere lo scorso febbraio ha deciso di cambiare sigla sindacale, passando dalla Siap proprio all’Ugl. Nell’occasione del passaggio la dirigente scriveva: «Tutti sanno che non mi sono mai piegata davanti ad un sopruso o ad una ingiustizia, a costo di farmi vendicativi nemici. Ed è proprio il mio essere fedele ai principi etici e morali che mi ha portato a questo importante cambiamento». Nei giorni scorsi il segretario della Siap, Tommaso Vendemmia, è intervenuto in difesa del questore: «Il nostro sacrificio quotidiano è stato ridicolizzato e spettacolarizzato da questo episodio di cui pochi conoscono la verità», ha affermato Vendemmia.

 

 

Nesima (CT) Rimossa la Dirigente del Commissariato perché sfama i randagi!

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Questa nota per segnalare un caso di incredibile, paradossale trattamento discriminatorio nei confronti di un Funzionario di Polizia, dirigente di un commissariato di PS della città di Catania, colpevole solo di aver cura di cani randagi ed accoglierne qualcuno nel cortile retrostante del Commissariato, ove tutto il personale della Polizia ivi in servizio, ne ha cura.
Giova dire che nel recente passato il predetto funzionario, Vice Questore Aggiunto Dottoressa Adriana MULIERE, ha svolto complesse indagini in materia di maltrattamento ed uccisione di animali, che si sono concluse brillantemente ed hanno avuto forte risonanza mediatica.
Il martedì 17 scorso La Dott.sa MULIERE è stata vittima di uno spropositato atto vessatorio da parte del Questore di Catania, coadiuvato dal suo Vicario che, dispiegando una forza di ben 17 poliziotti (dico diciassette: 6 della DIGOS, 5 della Scientifica, 4 della Zona Telecomunicazioni, 2 della Squadra Mobile) hanno compiuto un blitz presso il commissariato cittadino NESIMA, per sorprendere eventuali animali all’interno dei locali di detto Ufficio o tracce del loro passaggio. Nel corso della vergognosa vicenda la dott.sa Muliere è stata più volte maltrattata verbalmente, ha ricevuto disposizioni inapplicabili e non le è stata data la possibilità di replica. Oltre a ciò il giorno successivo è stata trasferita ad una mansione burocratica presso la Questura e da dirigente di un commissariato, oggi svolge funzioni subordinate.
Per manifestare il proprio sdegno scrivere a :
dipps.relazioniesterne@pecps.interno.it

Catania, vicequestore rimosso: accudiva cani randagi in questura

M5S, Giarrusso: “Vogliamo sapere di cosa si stava occupando”

 

Catania, (TMNews) – Accudire cani può costare caro. A Catania scoppia il “caso” della dirigente di polizia rimossa dal suo incarico perché accudiva alcuni randagi bisognosi nei locali della questura. Adriana Muliere, vicequestore aggiunto della città etnea, ha subito di un vero e proprio blitz, come spiega il senatore del M5S Mario Giarrusso che ha portati il caso a Palazzo Madama: “Noi vogliamo sapere di che cosa si occupava il dirigente che è stato rimosso”.”Mobilitare la polizia scientifica per repertare come se fosse la scena di un crimine dei croccantini, qualche escremento di cane, fare rilievi fotografici, acquisire video delle sorveglianze private, tutto questo per verificare chi dava a mangiare a due cani di quartiere, figura prevista per legge, è francamente spropositato”.Il “caso Muliere” ha coinvolto molti amanti dei cani che si sono schierati con il vice questore. “Questo non è un atto censurabile, ma encomiabile. Penso che non sia stato giusto tutto quello che è seguito a un semplice accudire dei cani randagi, che dovrebbe essere il dovere civico di ogni cittadino”.La dirigente, per ragioni di tutela sindacale, non ha rilasciato dichiarazioni.

“RESTITUITECI LA MULIERE”

24 settembre 2013 alle ore 9.41

LETTERA DI PROTESTA DA TRASMETTERE A:

 

urp.quest.ct@pecps.poliziadistato.it, dipps.relazioniesterne@pecps.interno.it

 

e a chunque altro riteniate opportuno

 

 

Questa non è solo una lettera di protesta ma una rivendicazione: RESTITUITECI LA DOTT.SSA ADRIANA MULIERE e liberate la cittadinanza dal Questore di Catania, Salvatore Longo, che ha tradito tutte le nostre aspettative.

Si ! Perché è stato commesso un gravissimo abuso nei confronti del Commissario di Polizia Adriana MULIERE, che è stata rimossa dal suo ufficio con effetto immediato.

Una professionista, serva del cittadino indifeso e offeso, ma non schiava dello Stato, libera nelle azioni, nel rispetto  della legalità, ha sempre onorato la propria divisa ogni giorno e al fianco dei suoi collaboratori  con i quali opera sul territorio, vicino alla gente, nelle strade.

Una donna, impegnata nel sociale, che dedica il suo tempo libero agli animali indifesi, ai randagi in particolare.

L’episodio accaduto il 17/09/2013 ha veramente dell’incredibile.

La dott.ssa MULIERE è stata oggetto di un vero e proprio blitz, con unità operative della DIGOS e della Sezione Scientifica, che hanno proceduto ad effettuare accertamenti anche complessi e, addirittura, vedendo lo stesso vice vicario, recarsi  sul posto per sentire a sommarie informazioni gli stessi colleghi che lavorano all’interno del Commissariato.

LO SCOPO?

Verificare la gravissima violazione di legge  commessa dalla dottoressa Muliere ovvero se avesse mai accolto presso il Commissariato di Nesima (CT) non dei latitanti pericolosi,    bensì  CANI RANDAGI!

E, malgrado fosse stato accertato,( così come era già stato spiegato per iscritto dalla stessa dott.ssa Mulier qualche giorno prima,) che  il Commissariato non ospitava nessun randagio, ma offriva dell’acqua e dei croccantini a due cagnette buonissime e docili che appartengono al Comune di Catania, perché microchippate e che entravano all’interno del commissariato attraverso le grate della recinzione, il Questore ha ugualmente  rimosso la dottoressa dal Commissariato di Nesima con effetto immediato.

Ci chiediamo: A FRONTE DEI NUMEROSI PROBLEMI CHE LA NOSTRA CITTÀ REGISTRA NEL CAMPO DELLA CRIMINALITÀ, SICUREZZA STRADALE, IMMIGRAZIONE CLANDESTINA  ETC…., COME e PERCHÉ sono state sprecate delle risorse umane come gli agenti della polizia scientifica e della DIGOS? Quali interessi personali ha spinto il Questore in persona ad azionare una macchina investigativa così sproporzionata rispetto all’oggetto dell’indagine?

Come può essere pensata una azione così vergognosamente e palesemente arrogante  verso un’operatrice che ha sempre dato esempio di grande professionalità e attaccamento alla divisa e al proprio ruolo, senza considerare che tanto si traduce di fatto in un autentico mobbing per la palese ingiustizia  e persecuzione ricevuta, rendendo tra l’altro noi cittadini orfani di una protettrice, di un’alleata dell’individuo onesto?

E, ammesso e non concesso che il soccorrere dei randagi fosse dal Questore considerato indecoroso, che bisogno c’era di dispiegare tante energie? Che bisogno c’era di prendere un provvedimento così estremo? Perché non si è proceduto con cautela, con le dovute e più adeguate misure di semplici ammonimenti?

E ancora!

Quando, come e perché in 24 ore dal blitz sono stati trovati i soldi per acquistare  la rete elettro saldata per recintare il perimetro esterno del Commissariato? Con quali fondi, con quale delibera e capitolo di spesa  si è provveduto all’acquisto e al suo montaggio? Perché invece i fondi per la carta della stampante, del toner o addirittura per le pulizie ordinarie non si riescono mai a reperire?

Perchè il cittadino deve vedersi negato il diritto a ricevere le opportune attività investigative, o quei sopralluoghi necessari per l’accertamento di micro- crimini, con la motivazione che non c’è personale e soldi a sufficienza, mentre si sprecano così miseramente soldi tempo e risorse umane?

E’ chiaro che il sig. Questore ed il sig. Vicario oltre a non conoscere la legge in materia di randagismo, ha dato prova di essere zoofobo, e di non sapere che in altri paesi più civilizzati del nostro, ed in altre città d’Italia, i randagi vengono adottati nelle scuole, nelle carceri, negli ospedali, negli uffici dei Municipi etc etc.

Non è indecoroso lo sfamamento dei randagi, ma il suo divieto, mentre vietare o ostacolare  il soccorso a degli animali innocui è espressione di inciviltà e arretratezza, e costituisce illecito penale.

Dovrebbe sapere, o forse lo sa benissimo il sig. Questore che questi provvedimenti illegittimi e insensati, potranno avere una eco pericolosa, soprattutto in un paese come il nostro dove, sebbene venga tutelato il diritto al sentimento per gli animali con gli  articoli di codice penale 544 ter e 712,  di fatto ogni giorno si assiste ad atti di ferocia inauditi ( avvelenamenti, torture, annegamenti dei cuccioli, seppellimento di animali vivi, sevizie, reclusioni in condizioni di estrema sofferenza, combattimenti clandestini, traffico di cuccioli anche all’estero etc etc).

Tali fatti, rafforzano i sentimenti di odio e intolleranza verso esseri indifesi, legittimando la violenza e  indebolendo le  energie di chi si prodiga a costo di tanti sacrifici a favore degli animali randagi.

Ritenendo pertanto l’operato del Questore illegittimo, per eccesso di potere e/o abuso di potere, oltre che espressione di una cattivo uso degli incarichi quesoriali,  contrario ad una buona amministrazione e gestione delle risorse economiche soprattuto in tempi di conclamata deficienza economica dei Ministeri e del Paese in Genere, 

CHIEDIAMO

a voce alta e con fermezza al Questore dott. Salvatore Longo di revocare il provvedimento di rimozione della dott.ssa Adriana MULIERE e di rassegnare le proprie dimissioni.

Chiediamo altresì al Ministero dell’Interno e al Capo di Polizia di avviare un’indagine  a carico del Questore di Catania e del Vicario Giovanni Signer, nonché di prendere provvedimenti esemplari che servano da monito per i futuri Questori e da esempio per tutti quelli che operano in altre province, e al contempo restituiscano fiducia nelle istituzioni, alla dott.ssa MULIERE per tornare ad operare più grintosa che mai e a noi cittadini per tornare a credere che la cosa pubblica  è al servizio del popolo e non di pochi poteri!

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