Chiese la tangente al cugino di Orlando
Nominato dirigente all’ufficio tributi
Venerdì 20 Luglio 2012 21:30 di Riccardo Lo Verso e Gabriele Ruggieri
Scoppia un caso al comune di Palermo. Uno dei dirigenti appena nominati, Alfredo Milani, fu arrestato nel 1999 e patteggiò la pena per aver intascato una mazzetta in cambio di uno sconto sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti. Oggi tornerà a lavorare nello stesso ufficio in cui intascò la tangente.
“E’ stato un momento di debolezza”, disse Milani davanti al giudice per le indagini preliminari Antonio Caputo nel corso dell’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto chiesto dal pubblico ministero Paolo Guido, oggi alla direzione distrettuale antimafia di Palermo. Milani ammise di avere chiesto dieci milioni di lire, e un tappeto, all’imprenditore Giacomo Guaiana in cambio di uno sconto sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti. Il cugino del sindaco rifiutò l’offerta e raccontò tutto agli agenti della Squadra mobile. Nell’ufficio furono piazzate le microspie che registrarono le conversazioni che inchiodarono il dipendente comunale.
Nel 2003 dopo il patteggiamento arrivò pure la condanna della Corte dei conti. Milani fu costretto a sborsare cinque mila euro e altri 1.200 euro per danno “da tangente” e per il danno di immagine provocato all’amministrazione di Palazzo delle aquile. Non arrivò, però, alcun provvedimento disciplinare. Milani restò in servizio. Erano anni in cui non era del tutto chiaro se il patteggiamento dovesse fare scattare anche sanzioni disciplinari.