La DIGOS della Questura di Catania, diretta dal Questore Marcello Cardona, su ordine della Procura della Repubblica ha eseguito, presso l’ospedale Garibaldi di Catania, un sequestro di documenti ed atti relativi alla procedura per l’acquisto di un robot chirurgico.
La robotistica chirurgica, nuova frontiera della chirurgia non invasiva, era stata programmata all’ospedale Cannizzaro di Catania. Non si comprende tuttavia come sia invece stata avviata la procedura presso l’azienda ospedaliera ARNAS Garibaldi.
Pare, infatti, che il cambio di azienda ospedaliera sia stato deciso nel corso di una riunione indetta dal sindaco di Catania, Enzo Bianco, senza che questi avesse alcun titolo per decisioni di tale natura.
L’assessore Lucia Borsellino ha tempestivamente, insieme con il direttore generale dell’assessorato, Gaetano Chiaro, contestato la legittimità della sede comunale che non ha alcuna competenza di legge.
Fatto sta che, sulla scorta di quella decisione illegittima, il direttore generale del Garibaldi,Giorgio Santonocito, già ragioniere generale di Stancanelli prima e di Bianco dopo, avviava la procedura milionaria per l’acquisto di un robot chirurgico.
La procedura sarebbe stata viziata da gravi anomalie, sulle quali ci sarebbero emergenze documentali e testimoniali, mentre addirittura sarebbe stata inspiegabilmente errata persino la procedura di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
Da più parti si è anche segnalata la criticità circa la scelta della commissione di gara, che stava per essere nominata, e su alcune macroscopiche incompatibilità.
Un pasticcio non solo milionario ma soprattutto che impedisce ai catanesi di usufruire di un robot chirurgico salva vita nell’impiego di alcune diffuse patologie oncologiche, con l’ex direttore amministrativo del Garibaldi che, pare a causa del suo rifiuto di procedere illegittimamente, sia stato raggiunto da un procedimento disciplinare, e ci riferiamo alla strana vicenda occorsa al dr. Salvo Torrisi, di cui peraltro ci siamo già occupati.
Una storia, insomma, di malasanità sulla quale probabilmente il Presidente Crocetta disporrà una immediata ispezione e che comunque è finita sotto i riflettori della magistratura, ancor più dopo l’improvvisa revoca della procedura forse ritenuta tardiva.
Resta da chiarire un’altra anomalia.
Ed infatti, in mancanza di un robot pubblico, a Catania continua ad operare un robot ovviamente in mano a privati.