XVII LEGISLATURA Resoconto stenografico dell’Assemblea Seduta n. 447 di lunedì 22 giugno 2015. Discussione delle mozioni Lorefice ed altri n. 1-00898 e Scotto ed altri n. 1-00888 concernenti la permanenza in carica del sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione (ore 14,55).
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Lorefice ed altri n. 1–00898 (Vedi All. A) e Scotto ed altri n. 1–00888 (Vedi All. A) concernenti la permanenza in carica del sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione (Vedi l’allegato A – Mozioni).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
MARIALUCIA LOREFICE. Grazie per la parola Presidente. Gentili colleghi, due anni fa nove milioni di cittadini italiani ci conferirono un mandato elettorale unico nel suo genere. Ci chiesero di entrare in Parlamento e scovare quelle reti affaristiche e clientelari che si annodano in moltissimi settori del Paese. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma ci rimboccammo le maniche e cominciammo a lavorare duramente. Ebbene, dopo qualche mese iniziammo ad ottenere i primi risultati, anche sul CARA di Mineo. Era il 9 dicembre 2013 quando denunciammo le ingerenze politiche nella gestione di uno dei centri di accoglienza più grandi d’Europa. Trovate un video in rete a testimonianza di ciò. Basta un click per verificare la notizia. Alla nostra denuncia, seguirono ben ventinove atti parlamentari, di fronte ai quali il Governo non ha mai risposto adeguatamente. Oggi, a parlare, sono le carte delle procure di Roma e Caltagirone. Situazioni come Mineo sono l’esempio lampante di larghe intese consolidate da tempo: cooperative della Legacoop, vicine al Partito Democratico, in affari con imprese legate a Comunione e Liberazione, vicine al Nuovo Centrodestra. Le due forze che oggi governano l’Italia ma, a differenza di noi, senza aver mai ricevuto alcun mandato elettorale dai cittadini italiani.Pag. 23
Infatti, se in tutti i CARA d’Italia il soggetto attuatore è il vice-prefetto vicario del capoluogo di Regione, a Mineo invece è il presidente della provincia di Catania. Ovvero ? Giuseppe Castiglione, delfino di Alfano, coordinatore di NCD e titolare di migliaia di preferenze, grazie soprattutto all’intraprendenza – chiamiamola così – del suocero, Pino Firrarello, sindaco di Bronte dal 2005 al 2015. Un soggetto capace di muovere dai 50 ai 60 mila voti. Una manna dal cielo, tant’è che Mineo, gentili colleghi, oggi sembra essere diventato il quartier generale del Nuovo Centrodestra. Pensate un po’: alle ultime europee, su scala nazionale, NCD ha ottenuto solo il 4 per cento dei voti. A Mineo il 39,02 per cento. Un dato piuttosto significativo. Questi voti hanno permesso di far eleggere anche l’europarlamentare Giovanni La Via, quello (tanto per capirci) il cui appartamento catanese è andato in affitto a sua insaputa a Sisifo, capofila fino a poco tempo fa dell’associazione temporanea d’imprese che gestisce proprio i servizi del centro d’accoglienza di Mineo. Sì, a sua insaputa, perché lui dice di non saperne niente e che aveva affidato il suo appartamento a un’agenzia immobiliare. Un colpaccio, tipo quello di Scajola: ce lo ricordiamo tutti. Tristi storie che si ripetono, da destra a sinistra.
È il buco nero dell’accoglienza, che viene giustificato solo ed esclusivamente con la necessità o con la possibilità di costruire un vero e proprio business della disperazione, un enorme sistema speculativo che, fin dalla sua nascita, comincia a ruotare attorno a quella vicenda. Parliamo delle strutture. Le strutture del Residence degli Aranci sono di proprietà della ditta Pizzarotti Spa, e quelle strutture, che erano state costruite originariamente per ospitare i militari americani di stanza a Sigonella, vengono abbandonate, perché ritenute dalle Forze armate americane non adeguate, in quanto avevano una serie di problemi (si trovano in una zona depressa, quindi soggetta ad allagamenti quando piove). Quindi, queste strutture rimangono nella disponibilità di questo imprenditore, che si trova ad avere quest’enorme residence in un luogo non certo di villeggiatura, nel cuore delle campagne, come dicevo prima. Il Governo italiano, durante l’emergenza nord Africa, decide – non per fare posto a chi arrivava in quel momento, prevalentemente dalla Tunisia, che veniva invece lasciato appositamente a Lampedusa, per consegnare una fotografia degradante e vergognosa del nostro Paese in tutto il mondo, le cui immagini ancora ci fanno vergognare per l’incapacità di un Governo di gestire poco più di 5 mila persone, che bastava trasportare sulla terraferma per risolvere il problema, ma si è voluto lasciarle là per creare l’emergenza che non c’era, perché, vorrei ricordare, che, davanti ai numeri di oggi, l’emergenza nord Africa sono gli sbarchi di una settimana – di requisire, con le politiche dell’emergenza, quella struttura di Pizzarotti, per trasferire in quel luogo tutta la popolazione migrante dei diversi CARA e quindi creare questa struttura. La struttura viene requisita a un costo di 12 milioni di euro per due anni. Nessuno ci ha mai risposto né ci ha spiegato, come da molte parti era stato sottolineato, perché, per esempio, il Governo italiano non ha deciso di utilizzare le strutture, anche quelle dimesse, della ex base militare di Comiso, che già proficuamente erano state utilizzate durante l’emergenza Jugoslavia e che con 12 milioni di euro si potevano ristrutturare, ampliare e rendere, senza oneri per lo Stato, un luogo di accoglienza altrettanto efficiente, perché erano di proprietà del comune di Comiso e quindi dello Stato. Ma si è scelto anchePag. 29in quel caso, dall’inizio, di guardare, invece, alla possibili speculazioni private. Si è costruita una gara – veniva qui ricordato – che non solo nel 2014, ma fin dall’inizio, ha quel profilo di sartorialità, cioè quei requisiti che in qualche modo limitano la partecipazione alle sole imprese vicine o presenti nel territorio, che, guarda caso, vengono subito messe tutte attorno a un tavolo e consorziate per partecipare e prendere un appalto così cospicuo e sicuramente così goloso. Credo che attorno a questo sistema – il sistema delle assunzioni, che qui veniva ricordato, fatte assolutamente per chiamata diretta – e al legame stretto, intrinseco, che si è costruito in questi lunghi quattro anni, nel rapporto tra la politica e il sistema d’impresa che ha gestito Mineo, si annidi un tema centrale non solo per la vicenda di Mineo, ma un tema centrale per il nostro Paese, che è il tema della questione morale, un tema che interessa e che impregna principalmente i rapporti tra la politica, l’economia e il consenso in questo Paese.
Perché è stata costruita una lex specialis per il Cara di Mineo ? Tutti gli altri Cara d’Italia rispondono alle prefetture; per il Cara di Mineo c’è stata una eccezione ed è stato nominato il presidente della provincia di Catania come soggetto attuatore ed è stato permesso a lui di bandire una gara e di nominare Odevaine dentro la Commissione che doveva esaminare e giudicare l’appalto.
MARCO MICCOLI. Signor Presidente, abbiamo negli occhi tutti quanti noi in questi giorni le drammatiche scene a cui abbiamo assistito a Roma, Milano e Ventimiglia, che danno la chiara dimensione del fenomeno dell’immigrazione, ormai a tutti gli effetti riconosciuto come un fenomeno mondiale non più risolvibile con gli attuali strumenti di Governo e di collaborazione internazionale che possediamo. A dire il vero, signor Presidente, e va ricordato, abbiamo assistito ad una gara di solidarietà che ha visto protagonisti tantissimi cittadini, a Roma, a Milano e a Ventimiglia. Vorrei sottolineare quello che è accaduto a Roma, da romano e da parlamentare romano, in cui molti cittadini si sono recati alla tendopoli, al centro Baobab dove sono accolti i profughi e i richiedenti asilo, quasi a voler rivendicare che il nome di quell’inchiesta – mafia Capitale, appunto, con il nome mafia accostato al nome della Capitale – sia francamente ingiusto.Pag. 34
Come è successo per il CARA di Castelnuovo di Porto, dove appunto Buzzi e Carminati perdono la gara e tentano di infangare il nome del presidente del TAR, che gli da torto sul ricorso.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Io in realtà vorrei molto brevemente trattare l’argomento, anche perché considero il dibattito fatto, seppur interessante, non centrato. Forse doveva essere fatto con l’informativa del Ministro Alfano, che pure c’è stata, sui fatti e sugli avvenimenti legati al CARA di Mineo, di qualche settimana fa.
Quindi, i fatti che qui vengono enfatizzati, anche da colleghi, riguardanti la gara del 2014, non riguardano, nemmeno indirettamente o come responsabilità oggettiva, l’onorevole Castiglione, che rivendica anche pubblicamente la trasparenza e la legittimità di questa attività di soggetto attuatore. È opportuno chiarire che l’onorevole Castiglione, da soggetto attuatore, ha bandito per la gestione del CARA di Mineo solamente due gare, una nell’agosto 2011, previa approvazione degli atti da parte del commissario delegato, l’altra nel febbraio 2012. Su quest’ultima è intervenuta anche l’Autorità di vigilanza dei lavori pubblici, la quale, con il parere n. 100 del 2012, affrontando ciascuna delle illegittimità eccepite, ha concluso per la legittimità della gara.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
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