Con lui ai domiciliari anche un altro deputato del Pid Cantiere popolare Roberto Clemente, l’ex deputato Franco Mineo e Giuseppe Bevilacqua
Compravendita di voti nelle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale a Palermo e dell’Assemblea regionale siciliana. E’ questa l’accusa con la quale sono state arrestate 4 persone.
Si tratta del presidente della Commissione Bilancio all’ARS Nino Dina, dell’Udc di Roberto Clemente, eletto nelle liste del Pid, e dell’ ex deputato, già indagato per intestazione fittizia di beni, Franco Mineo, oltre a Giuseppe Bevilacqua, del Pid, aspirante consigliere comunale, mai eletto. Le cinque misure di custodia cautelare emesse dal gip di Palermo sono state eseguite questa mattina dalla Guardia di Finanza. Gli indagati, accusati a vario titolo di aver promesso o ricevuto denaro o altre utilità in cambio di voti, per sé o per altri. sono adesso agli arresti domiciliari
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PALERMO
“Voto di scambio”: terremoto all’Ars
Ai domiciliari Dina, Clemente e MineoMercoledì 27 Maggio 2015 – 07:03 di Riccardo Lo VersoRiccardo Lo Verso
Articolo letto 18.073 volteLa pesante accusa piomba addosso a due onorevoli in carica, ad un ex deputato dell’Ars e ad un altro indagato che sfiorò di un soffio la corsa al Comune di Palermo. Roberto Clemente, Franco Mineo, Nino Dina e Giuseppe Bevilacqua sono tutti ai domiciliari.
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PALERMO – Palazzo dei Normanni trema. Un’inchiesta giudiziaria mina, ancora una volta, la credibilità della politica e del Parlamento siciliano. In alcuni casi si parla di posti di lavoro, in altri di manciate di euro: sempre e comunque in cambio di preferenze elettorali. La pesante accusa di voto di scambio piomba addosso a due deputati regionali in carica: Nino Dina, eletto nell’Udc e oggi presidente della commissione Bilancio dell’Ars, e Roberto Clemente del Cantiere popolare-Pid, ma anche sull’ex onorevole Franco Mineo, già deputato di Grande Sud, e su Giuseppe Bevilacqua che sfiorò, sempre per il Pid Cantiere popolare, la vittoria al Comune di Palermo. Sono finiti tutti agli arresti domiciliari al termine di un’indagine dei finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria. Ai domiciliari pure un finanziere accusato di corruzione per alcuni favori resi a Bevilacqua.
I pubblici ministeri di Palermo, coordinati dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi, sono certi di avere scoperto il malaffare che avrebbe ammorbato le elezioni regionali e le amministrative del 2012. L’inchiesta è partita dalle microspie piazzate dai finanzieri che cercavano di ricostruire i nuovi assetti mafiosi in una grossa fetta della città. Ad un certo punto, però, una cimice avrebbe captato l’impegno di alcuni soggetti considerati vicini a Cosa nostra per convogliare il consenso elettorale su Bevilacqua, in corsa per uno scranno a Sala delle Lapidi, sede del Consiglio comunale di Palermo. Il candidato, nonostante il ragguardevole numero di preferenze ottenuto, risultò il primo dei non eletti.
La partita, però, non si sarebbe chiusa visto che le microspie dei finanzieri diretti dal colonnello Calogero Scibeta continuarono a registrare le conversazione anche nel post amministrative. E cioè nella fase che ha separato il voto di maggio, a Palermo, da quello di fine ottobre per le regionali. Il pacchetto di voti che non bastò all’aspirante consigliere comunale sarebbe stato sfruttato dai tre candidati a Palazzo dei Normanni. Come? Promettendo denaro e posti di lavoro in cambio di preferenze. Ci sarebbero state persone disposte a vendere il voto in cambio di pochi euro. Altri, invece, avrebbero garantito un impegno più consistente. Alzando, però, il prezzo fino chiedere un impiego. Impiego che sarebbe stato promesso e questo già basta a configurare il reato. L’ultima versione del reato di voto di scambio punisce, infatti, il politico che paga, o semplicemente promette, denaro o altra utilità. Ed è questo reato che la procura guidata da Francesco Lo Voi contesta agli indagati. Gli arresti sono stati chiesti dai pm Luise, Scaletta, Picozzi e Del Bene.
Non si trattava di un impiego stabile, ma in un momento di fame di lavoro fanno gola anche i posti nei progetti di alcune associazioni finanziate con fondi dell’Unione europea. Interventi a pioggia che sarebbero stati sfruttati e piegati agli interessi, elettorali e illeciti, di alcuni candidati. A proposito di associazione, Bevilacqua già due anni fa era stato raggiunto da un avviso di garanzia per malversazione e appropriazione indebita: avrebbe utilizzato per fini propri, fra cui la campagna elettorale, i generi alimentari (pasta, formaggi ed altro) del “Banco opere di carità” destinati ai poveri.
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Voto di scambio, arresti domiciliari per due consiglieri e un ex deputato dell’Ars
fonte: il fatto quotidiano
Nel 2009 Dina, che era il braccio destro di Totò Cuffaro, l’ex potentissimo governatore della Sicilia, era stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ma la sua posizione era stata archiviata. Dopo cinque anni Dina non ha cambiato partito (a parte una piccola parentesi nel Pid di Saverio Romano), è sempre un parlamentare regionale dell’Udc, e alle elezioni regionali del 2012 ha appoggiato la candidatura a presidente di Rosario Crocetta: solo che a quelle elezioni Cosa Nostra corleonese avrebbe votato per lui.
Tra gli indagati c’è anche un finanziere accusato di corruzione, mentre i politici rispondono di voto di scambio. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e nasce da unaindagine di mafia. In cambio dei voti gli indagati avrebbero promesso posti di lavoro e denaro.
Già nell’ottobre del 2013 uno degli arrestati, Giuseppe Bevilacqua, dipendente Amat di Palermo, era stato iscritto nel registro degli indagati per malversazione, appropriazione indebita e usura. Secondo la Procura di Palermo, che coordina l’inchiesta del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, Bevilacqua, primo dei non eletti al Consiglio comunale di Palermo nel 2012, avrebbe usato per la compagna elettorale dei generi alimentari del Banco opere di carità destinati agli indigenti. Il finanziarie arrestato per corruzione è accusato di avere fatto dei favori allo stesso Bevilacqua.