Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione e un mese (di arresto) per il naufragio della Costa Concordia per cui ci sono stati 32 morti. L’ex comandante non era in aula dopo aver parlato e pianto questa mattina durante le dichiarazioni spontanee.

I giudici del Tribunale di Grosseto non hanno riconosciuto alcune aggravanti come quella della colpa cosciente. I magistrati hanno quindi stabilito la responsabilità dell’imputato in solido con Costa per quanto riguarda i risarcimenti e hanno disposto unaprovvisionale di 30mila euro per almeno delle 110 parti civili costituite. Disposto un risarcimento per danno di immagine alla Regione Toscana e un risarcimento anche per i ministeri della Difesa e dell’Ambiente.

La pubblica accusa aveva chiesto 26 anni e 3 mesi definendo l’ex comandante della nave da crociera un “incauto idiota“, un “bicefalo” in cui convivono i profili di colui che “si sente bravo e provoca un pericolo”, che è ottimista ma sopravvaluta le proprie capacità. Nessuna pietà della Procura, per i reati di naufragio colposo, omicidio colposo di 32 persone, lesioni colpose plurime per altre 110, abbandono di persone incapaci e abbandono della Costa Concordia, che nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, con a bordo oltre 4mila passeggeri, finì sugli scogli dell’isola del Giglio.

Il tutto aggravato dallo scarto tra la futilità dei motivi dei comportamenti di Schettino e gli effetti delle sue azioni: “il giudizio non è positivo circa la capacità di delinquere” avevano spiegato i pm e, tra ciò, “l’aver voluto fare un favore a un capo cameriereche gli aveva chiesto di passare vicino all’isola dove vivono la madre e la sorella” e aver voluto “fare una bravata per gli amici passando a pelo di scoglio al Giglio”, cioè “futili motivi” che “ne fanno l’unico responsabile”: quell’inchino che fece finire la nave sugli scogli.

Per l’ex capitano la Procura di Grosseto aveva chiesto anche la misura della custodia cautelare in carcere. Oggi in aula Schettino tra le lacrime ha detto: “Quel giorno sono morto anche io”.