Archivi del mese: Gennaio 2014

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De Girolamo e incarichi Asl Benevento, “l’ex ministro nel registro degli indagati”

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L’avvocato: “Allo stato non risulta nessuna comunicazione in merito da parte della procura”. L’improvvisa accelerazione di domenica sera, quando la deputata Ncd ha lasciato l’incarico di ministro delle Politiche Agricole, ha tenuto banco nei discorsi degli addetti ai lavori. Il motivo ufficiale traballava davanti a un dato: l’inchiesta della Procura di Benevento ha sterzato verso le vicende contenute nelle registrazioni di Felice Pisapia

De Girolamo e incarichi Asl Benevento, “l’ex ministro nel registro degli indagati”

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Non ci sono conferme ufficiali ma nemmeno smentite. L’ex ministro sarebbe indagato dalla Procura di Benevento. L’improvvisa accelerazione di domenica sera, quando Nunzia De Girolamoha lasciato l’incarico di ministro delle Politiche Agricole, ha tenuto banco nei discorsi degli addetti ai lavori. Il motivo ufficiale (il governo non ha difeso la mia onorabilità) traballava davanti a un dato:l’inchiesta della Procura di Benevento sugli affari dell’Asl ha da giorni sterzato verso le vicende contenute nelle registrazioni a tratti difficilmente comprensibili di Felice Pisapia ma spiegate nei dettagli dalle inchieste del Fatto Quotidiano.

I magistrati hanno sentito una mezza dozzina di persone sulla storia del bar dell’ospedale Fatebenefratelli, infine affidato alla cugina e allo zio di Nunzia. E l’altro filone di indagine oggi dovrebbe entrare nel vivo. I pm Giovanni Tartaglia Polcini, Nicoletta Giammarino e Flavia Felaco hanno ascoltato la dirigente del Provveditorato Asl Emma Bianco e oggi sentiranno Giovanni de Masi, caposervizio provveditorato, sulla questione della gara da 4 milioni all’anno per il 118. Ed è stato anticipato a giovedì l’interrogatorio di Felice Pisapia. Forse porterà 30 ore di nuovi colloqui. In mattinata il procuratore capo Giuseppe Maddalena ha riuniti tutti gli inquirenti: i sostituti, il tenente colonnello della Finanza Luca Lauro, i due commercialisti Stefania Viscione e Massimo Zeno, firmatari della perizia sulle prime dodici pagine di trascrizioni delle conversazioni in villa De Girolamo ‘liberate’ dal segreto. Alcuni investigatori, di fronte alle domande dei giornalisti, lasciano filtrare ai cronisti consigli del tipo: “sarebbe più corretto scrivere che Nunzia De Girolamo non risulta indagata”.

L’avvocato dell’ex ministro, Angelo Leone, sottolinea però che “allo stato non risulta nessuna comunicazione in merito da parte della procura”. Nessuna comunicazione però non vuol dire che il deputato del Ncd non sia stato iscritto in segreto. Una cautela dovuta non solo al ruolo pubblico ma anche alle difficoltà dell’inchiesta che deve affrontare subito un paio di salite non da poco. Un investigatore, lontano dai taccuini, fa notare che c’è un problema di utilizzabilità della registrazione a tradimento che incastra l’ex ministro: è difficile usare una conversazione registrata di nascosto da un privato cittadino per ipotizzare reati contro un parlamentare. La legge non lo vieta. Ma sarebbe costituzionalmente dubbia un’interpretazione che permettesse di usare la registrazione ambientale fatta da un privato contro un deputato mentre certamente non è utilizzabile, senza autorizzazione della Camera, quella fatta da un pm. Ben diversa la posizione degli altri partecipanti alle riunioni del ‘direttorio’che non possono pretendere che si estenda alle loro parole l’immunità del deputato.

Quale reato potrebbe entrare in gioco? Il pm Giovanni Tartaglia Polcini nell’interrogatorio, mentreFelice Pisapia gli raccontava le manovre del cosiddetto (dal Gip Cusani) direttorio partitico-politico di cui facevano parte i collaboratori del ministro e i manager della Asl nel luglio 2012, ragiona ad alta voce con l’indagato sulle ipotesi di reato possibili: voto di scambio o almeno abuso di ufficio. C’è però un altro reato che potrebbe essere contestato: si chiama “induzione indebita a dare o promettere utilità”. È stato introdotto a novembre dalla legge Severino, n. 190 del 2012, che ha inserito dopo la concussione il nuovo articolo 319 quater che punisce “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità”. Grazie a una sentenza recente della Cassazione questo reato è ritenuto applicabile anche alle condotte precedenti al novembre 2012. Un magistrato che scrive sul Sole24Ore ha commentato quella sentenza: è proprio il pm Tartaglia Polcini. Se si considerasse applicabile quella norma, De Girolamo – è l’ipotesi -potrebbe essere considerata un pubblico ufficiale, in qualità di deputato, che abusa della sua qualità chiedendo di inviare i controlli all’ospedale per indurre il Fatebenefratelli a dare allo zio il bar.

di Marco Lillo e Vincenzo Iurillo

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Mafia, Riina a Lorusso: “Il paese di Schifani è nel mandamento nostro”

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Il capo dei capi di Cosa nostra, durante i suoi colloqui con il boss pugliese nel carcere milanese di Opera, parla senza mai citarlo del “senatore di Forza Italia”. Intanto il gip di Palermo Piergiorgio Morosini ha respinto la richiesta di archiviazione per l’indagine sui presunti rapporti pericolosi del presidente del Ncd

Totò Riina

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“Abbiamo il paese ciliegiaro, questo senatore, il senatore che abbiamo, che abbiamo alla Camera, il paese di lui era mandamento nostro…’’. Passeggiando nel carcere di Opera con il detenuto pugliese Alberto Lorusso, il 18 novembre 2013, Totò Riina rievoca con nostalgia i fasti del mandamento di Corleone. Poi, tra i territori compresi in quello che fu il suo vecchio fortino, ricorda il paese delle ciliegie, Chiusa Sclafani e, senza mai farne il nome, cita il senatore che da quel paese proviene, Renato Schifani: è “il senatore che abbiamo – dice Riina, equivocando il ramo del Parlamento – che abbiamo alla Camera”. Lorusso, che sta ad ascoltare, non comprende il riferimento e replica: “Sciascia”. E Riina prosegue, facendo il Risiko dei paesi del Palermitano compresi nel “suo” mandamento: “Chiusa, Chiusa, Chiusa, Giuliano, tutti quei paesi là, Mezzojuso, Bisacquino. Uno, uno dei mandamenti più grossi era, non ce n’erano così grossi, troppo, 13 paesi, 13 e Corleone 14”.

Nelle intercettazioni depositate a Palermo, Riina torna a citare Schifani, come già aveva fatto sei anni fa, nel colloquio intercettato nella sala colloqui di Opera il 10 giugno 2008 quando, parlando con i suoi familiari, il boss si riferì in termini entusiastici all’ex presidente del Senato (“Schifani è una mente”) proprio nell’ambito di una conversazione su Chiusa Sclafani e le sue ciliegie d’oro, come lo stesso Riina le definiva. Diceva il capo dei capi di Cosa Nostra in quel colloquio con la moglie Ninetta Bagarella e la figlia Lucia: “Il paese di un senatore siciliano, il paese… di… uno di Chiusa Sclafani… un senatore… Forza Italia!. Il paese Chiusa Sclafani è del senatore Schifani”. Le due donne gli chiedevano: “Chiusa Sclafani?”. E Riina: “Sì, il paese del senatore”. Che a Palermo è indagato per mafia.

Proprio due giorni fa sono scaduti i 60 giorni di proroga concessi il 26 novembre scorso dal gipPiergiorgio Morosini, che aveva detto no all’archiviazione chiesta dalla procura per Schifani, da tre anni sotto indagine per concorso esterno in associazione mafiosa. Così, dopo aver approfondito le sue presunte “amicizie pericolose” con i picciotti di Villabate e di Brancaccio, i pmNino Di Matteo e Paolo Guido devono decidere in questi giorni se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione del senatore che a novembre scorso ha battezzato a Palermo il Ncd siciliano, tra gli applausi di 400 alfaniani. Nato a Palermo, oggi presidente del Ncd, Schifani ha radici familiari a Chiusa Sclafani, dove ogni anno a giugno si tiene la sagra delle ciliegie e dove è nato suo padre Antonino, recentemente scomparso: ed è rimasto molto legato a quel luogo, tanto che il 21 aprile 2012, da presidente del Senato, inaugurò la caserma dei carabinieri a Chiusa Sclafani, ricordando pubblicamente i numerosi “colloqui intercorsi con il paese che ha dato i natali a mio padre”. L’ex presidente del Senato ha sempre negato le accuse di sette pentiti, che hanno raccontato i suoi presunti rapporti con la famiglia mafiosa di Brancaccio e con i boss del clan Mandalà di Villabate, a cavallo delle stragi del ’92, ma a luglio scorso, quando il gip rifiutò di archiviare l’indagine, non la prese bene: “Dopo tre anni – dichiarò – pensavo che il gip accogliesse la richiesta di archiviazione”. Morosini, invece, ritrasmise gli atti in Procura indicando come particolarmente rilevante, per provare eventuali rapporti di Schifani con la mafia di Villabate, l’audizione di Nino Giuffrè, capo del mandamento di Caccamo (Palermo), e quella di Giovanni Drago e Tullio Cannella, entrambi pentiti di Brancaccio, sulla presunta frequentazione tra Schifani e il boss Filippo Graviano.

Morosini aveva chiesto di approfondire ancora le dichiarazioni di Spatuzza che ha rivelato di aver visto Schifani, avvocato dell’imprenditore Pippo Cosenza, recarsi a piedi nel capannone di quest’ultimo, un fabbricato nel cuore di Brancaccio frequentato anche da Graviano. E infine, la procura aveva in programma di interrogare anche Giovanni Costa, un faccendiere palermitano arrestato a settembre a Santo Domingo: “Prima o poi – ha detto Costa – la verità su Schifani dovrò raccontarla tutta”.

Schifani ieri sera ha replicato alle agenzie: “Non ho mai fatto politica prima del 1996 e Riina mi risulta essere stato arrestato nel gennaio del 1993. Inoltre, è noto a tutti che sono nato a Palermo, dove ho studiato ed esercitato la mia professione. Questi sono i fatti. Purtroppo, come sempre accade in questo Paese c’è sempre qualcuno che tenta di intorbidire le acque”.+

Da Il Fatto Quotidiano del 28 gennaio 2014

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Commercialista aggredisce cliente a colpi di ascia

A SAMARATE, VARESE

L’uomo si era portato dietro l’arma dentro a una borsa

Un commercialista ha cercato di uccidere una sua cliente a colpi d’ascia a Samarate, in provincia di Varese, lunedì pomeriggio, L’uomo, 53 anni, residente a Lesmo (MB), ha aggredito una donna di 42 anni domiciliata a Samarate che, negli ultimi tempi, per questioni di carattere economico legate alla compravendita di un immobile, avrebbe avuto diversi dissidi con il consulente. Lui, esasperato, si è recato a un incontro con la sua cliente, portandosi dietro un’ascia nascosta all’interno di una borsa, Con la quale, al termine dell’ennesimo litigio, in preda ad un raptus di follia, ha colpito la donna ferendola al volto e alle mani.

SOCCORSA – La vittima è riuscita a fuggire e chiamare i carabinieri, che hanno bloccato l’aggressore arrestandolo e prestato i primi soccorsi. La donna è stata già dimessa, ne avrà per 10 giorni.

28 gennaio 2014

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Totò Riina stavolta ce l’ha con Alfano: “Sempre che parla del 41, glielo do io il duro…”

LE INTERCETTAZIONI

Martedì 28 Gennaio 2014 – 18:35 di 

Si parla ancora delle intercettazioni di Riina in carcere. Stavolta, nel mirino, c’è il ministro Alfano. TUTTE LE DICHIARAZIONI.

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PALERMO – Ossessionato dal carcere duro. Totò Riina conferma che il 41 bis è l’incubo dei boss. Nel nuovo capitolo delle sue intercettazioni in carcere, il capo dei capi se la prende con Angelino Alfano. Stavolta è lui il bersaglio.

Il dodici settembre scorso Riina si sfoga mentre passeggia con il suo compagno di socialità, il boss pugliese Alberto Lorusso, nel carcere di Milano Opera: “Perché quel disgraziato di ministro dell’Agrigentino, il ministro dell’Interno, è proprio accanito con questi quarantunisti. E’ una canaglia, è una canaglia. Lo aggrava sempre, sempre che parla del 41. Sta facendo tutto per il carcere duro. Glielo do io a lui il duro, il duro lo abbiamo noi qua dentro. Quando vieni lo trovi sempre duro disgraziato… mi scusi se parlo magari vastaso… ma cosa volete da queste seicento persone, volete fare pagare la pena di tutti i carcerati a queste seicento… non siamo tutti carcerati?”.

Pochi giorni dopo Riina torna ai suoi temi più cari. Quelli in cui autoincensa per avere commesso i crimini peggiori. Come ideare la strage di Capaci. È con l’assassinio di Falcunazzu (e così che Riina chiama, sprezzante, il magistrato ucciso assieme alla moglie e agli agenti di scorta) che ritiene di avere toccato l’apice della sua carriera criminale. Tanto da autodefinirsi il re del cielo: “Falconazzu trovò l’aquila per strada… ha trovato l’aquila… il re del cielo… trovò la strada… minchia quello gli ha detto… io ti porto docu… sotto terra… tra me e me i ragionav… ma questo come è che non si ravvede? Perciò è inutile che parliamo, non si ravvedono”.

Anche il suo compagno di passeggiate non perde occasione per tessere le lodi del capomafia corleonese. Lorusso rimarca la generosità di Riina (“Voi potevate circolare perché le persone vi amavano, vi rispettavano, vi volevano bene”) per criticare il comportamento di Bernardo Provenzano, “un tipo che teneva la tasca cucita con il fil di ferro”. E Riina ne condivide il pensiero: “Quello camminava con la tasca cucita cu ferru filatu… Poi quando sono tornato da carcerato…gli ho detto siete una massa di miserabili e meschini. Li ho presi per miserabili e meschini…mi avete fatto morire di fame dentro il carcere, vigliacchi che non siete altro”.

Quindi, parla del processo sulla Trattativa in cui egli stesso è imputato: “Questo processo finisce così… rimanere con gli occhi pieni e le mani vuote. Questo c’è… ma che devono sperimentare? Vogliono fargli cantare delle cose, vogliono fargli dire delle cose. Gli ho detto all’avvocato: che vogliono fare i processi con tutto quello che pensano loro? Perché loro tutte cose pensano – aggiunge – Però non ci funzionano, non ci funzionano. In questo processo… tutti teoremi, tutti teoremi di loro, tutti trovate di loro”. “Non hanno niente”, dice Riina. “Perché sono condannato? Per tutti questi teoremi che fanno loro – aggiunge – tutte queste calunnie che fanno loro… tutte queste calunnie che fanno loro… gran calunniatori”.

Nelle conversazioni intercettate dagli investigatori della Direzione investigativa antimafia, il padrino corleonese cita, infine, l’agguato fallito al commissario di Mazara del Vallo, Rinò Germana. Nel settembre del 1992, il poliziotto e fidato collaboratore di Paolo Borsellino scampò al piombo lanciandosi in mare sulla strada che collega Mazara alla contrada di Tonnarella. Così Riina ricorda quel giorno: “Minchia questo Germanà. Il commissario sono andati ad ammazzarlo, gli hanno sparato che lo volevano ammazzare… sparatore fasulli… minchia si salvò (ride). Nell’acqua con tutti i pantaloni, tutte le cose nell’acqua… questa non la sapevate, non la sapeva nessuno…. le armi mio cognato e questi…. bravi ragazzotti c’erano. C’erano questi fartelli Graviano… erano picciriddi… gli è sembrata una cosa troppo facile”

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Ultima modifica: 28 Gennaio ore 19:45

 

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Misterbianco, i rimborsi ai consiglieri comunali sono sbagliati?

 

 28 gen 2014   Scritto da Redazione  0 Comment

 

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L’ABBIAMO DETTO E LO RIBADIAMO: IN QUESTO COMUNE DEL CATANESE NE SUCCEDONO DI TUTTI I COLORI. FORSE E’ UN LUOGO DOVE LA LEGGE NON SI APPLICA? IL DUBBIO C’E…

di Ignazio De Luca

Oggi ci occuperemo di un tema caro al Movimento 5 Stelle, ovvero le liquidazioni ai datori di lavoro quale rimborso degli stipendi dei loro dipendenti per la funzione pubblica esercitata come Consiglieri comunali. Chiariamo subito che questa legge dei rimborsi non ci piace e andrebbe largamente riformata, ma fin quando rimane questa ed è applicata correttamente, mai contesteremo le determinazioni di liquidazione della dottoressa Giuseppina Di Martino. Assolutamente contesteremo, veementemente, quelle che riteniamo essere “liberali” e perciò non conformi alla legge di riferimento.

Ricorderete che nell’articolo “Misterbianco, consigliere comunale assunto dalla ditta della madre e rimborsato dall’amministrazione!” pubblicato il 19 novembre 2013, ci siamo occupati del consigliere Paolo Orlando, presidente della commissione consiliare Bilancio, al quale contestavamo la doppia veste di imprenditore e di … impiegato. Così da un lato riforniva di vestiario gli addetti al verde del Comune con la propria ditta individuale ‘Orlando Forniture’ e, dall’altro, il Comune rimborsava gli oneri stipendiali alla ditta ‘Orli e Rosé’ della madre Puleo Rosanna per la carica pubblica ricoperta dal figlio.
Ben si comprende il gigantesco conflitto: un imprenditore che è un amministratore in carica effettua una fornitura al Comune e, contemporaneamente, risulta dipendente nella ditta della madre che si becca il rimborso. Una pacchia! Con il polverone sollevato dal nostro articolo abbiamo ottenuto che per le successive forniture di vestiario di lavoro fossero interpellate altre ditte e una prima irregolarità è stata sanata.

Purtroppo la dottoressa Giuseppina Di Martino, con la determinazione 36 del 21 gennaio 2014, ci ricade liquidando € 3.634,22 alla ditta della madre Puleo Rosanna quale rimborso stipendiale per le assenze del figlio nell’esercizio della funzione pubblica. Ma ci vuole molto a capire che il rimborso non è dovuto? Fino a quando il consigliere Paolo Orlando sarà titolare della “Orlando Forniture” la madre Puleo Rosanna non avrà titolo per chiedere il rimborso stipendiale del figlio. Non dovrebbe essere difficile da capire eppure, imperterriti, il responsabile unico del procedimento, Antonino Chiarenza, e la funzionaria dottoressa Giuseppina Di Martino liquidano somme non dovute al Consigliere Orlando. Soldi dei Cittadini di Misterbianco. E il Segretario Generale? Non pervenuto!

Ma non è finita . C’è anche un grossolano errore nella misura del rimborso. Tale svista contabile investe anche le liquidazioni dei rimborsi spettanti alle ditte dei Consiglieri: Serafino Caruso e Franco Giovanni Nicotra e di eventuali altri rimborsi spettanti per legge per altri Consiglieri che ci fossero sfuggiti.

L’utilizzo del precedente atto amministrativo e il copia incolla utilizzato da spicci funzionari, variando solo numero del provvedimento data e importo, portano a incappare in clamorose “malafiure” professionali.

Malafiura professionale che il responsabile unico del procedimento, Antonino Chiarenza, e la funzionaria dottoressa Giuseppina Di Martino, avrebbero potuto evitare stando più accorti agli atti amministrativi emanati dal Comune di Misterbianco. Ricordiamo ai due funzionari “che l’indennità del rimborso mensile non può superare i DUE TERZI DELL’INDENNITÀ MASSIMA PREVISTA PER IL RISPETTIVO SINDACO”, così recita l’art. 24 comma 1 lettera A della legge regionale 14 maggio 2009 n. 6.

Orbene, dovrebbero certamente rammentare, non fosse altro perché molto ravvicinata nel tempo, che con deliberazione di Giunta Municipale n. 6 del 14 gennaio 2014, l’indennità lorda, per effetto della volontaria auto riduzione, percepita dal Sindaco, Antonino Di Guardo, ammonta a sole € 2.255.45.

Appare di lapalissiana evidenza che i rimborsi ai datori di lavoro dovranno essere erogati dalla funzionaria Giuseppina Di Martino sui due terzi di € 2.255.45.

Malgrado le invettive lanciatami dal suo account di Facebook, non possiamo che plaudire e dare atto al Sindaco, Antonino Di Guardo, della straordinaria revisione della spesa che avrà riflessi su tutto il consesso Comunale.

Sempre a proposito di malafiure, offriamo al dott. Vincenzo Marano, in considerazione del lungo e difficile ambientamento che sta patendo, consulenza a titolo GRATUITO, per la corretta gestione amministrativa e contabile del Comune di Misterbianco di cui è Segretario Generale

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Paternò, un malore stronca una 14enne incinta E’ morto anche il bimbo che portava in grembo

LA TRAGEDIA

Martedì 28 Gennaio 2014 – 10:09 di 

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Inutile la corsa da casa verso l’ospedale dei familiari: la ragazza è, purtroppo, deceduta durante il tragitto.

PATERNO’. Una tragedia immane. Per la quale è difficile trovare le parole. Una ragazza di appena 14 anni, I. C. (queste le iniziali del suo nome) al settimo mese di gravidanza è deceduta la scorsa notte attorno all’una a causa, molto probabilmente, di un arresto cardiaco. Non si è salvato, purtroppo, nemmeno il feto. La ragazza ieri in tarda serata avrebbe avvertito un forte dolore al braccio sinistro: si è alzata dal letto per prendere un pò d’aria ma non è servito a nulla. A quel punto il suocero ha immediatamente fatto salire la giovane in auto per accompagnarla al vicino ospedale. Una corsa purtroppo vana: I. C. era già morta all’arrivo in nosocomio. Con loro c’era anche il 18enne compagno della ragazza.

I carabinieri della Compagnia di Paternò hanno preso atto della vicenda ed in queste ore il pm sta vagliando se effettuare o meno un’ispezione cadaverica che possa accertare le effettive cause del decesso.

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Ultima modifica: 28 Gennaio ore 10:20
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LA NERA DEI CARABINIERI

INVIATO DA WEBMIN IL LUN, 27/01/2014 – 18:11

Controlli dei Carabinieri nel fine settimana alla “movida catanese”

Nella notte di venerdì, i Carabinieri della Compagnia di Catania Piazza Dante insieme al Nucleo Cinofili, nell’ambito di servizio di controllo del territorio nell’area dei locali notturni, hanno impiegato numerose pattuglie con compiti finalizzati alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, al contrasto ai reati contro il patrimonio, bullismo e atti vandalici. E’ stata svolta una costante attività di pattugliamento in Piazza Bellini e nelle vie adiacenti della “movida catanese” provvedendo a controllare persone sospette. Nel corso del servizio, grazie in particolare all’impiego del cane anti-droga, sono state individuati 3 ragazzi responsabili di possesso di sostanza stupefacente per uso personale. Si è proceduto quindi a sequestrare la droga, complessivamente 9 dosi di marijuana.

 

Misterbianco: arrestato un 46enne che ruba del gasolio negli autoarticolati in un parcheggio.

I Carabinieri della Tenenza di Misterbianco hanno arrestato Torre Giuseppe, 46enne, del luogo, per furto aggravato.

Stamane, una gazzella, durante un servizio atto a prevenire e reprime reati predatori in genere, in via San Francesco ha bloccato i due a bordo di una Lancia Y10 con 100 litri di gasolio, in alcune taniche, rubato poco prima in contrada Cubba dal serbatoio di alcuni autoarticolati in sosta all’interno del parcheggio del polo logistico della società “Lidl s.p.a”.  Il gasolio è stato restituito al responsabile della ditta. L’arrestato è stato tradotto ai domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

 

Acireale: arrestato su Ordine di Carcerazione per rapina aggravata.

I Carabinieri della Stazione di Acireale hanno arrestato Trovato Rosario, 27enne, di Acireale, su ordine di carcerazione emesso dalla Procura delle Repubblica del Tribunale di Piacenza.

L’uomo dovrà scontare la pena residua di 2 anni, 3 mesi, e 10 giorni di reclusione poiché ritenuto responsabile di una rapina aggravata, lesioni personali aggravate in concorso e porto abusivo di armi, reati commessi nel 2012 a Piacenza.

L’arrestato è stato tradotto nel carcere di Piazza  Lanza, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

Belpasso: arrestate due persone per furto aggravato e porto illegale in luogo pubblico di materiale esplosivo.

I Carabinieri della Compagnia di Paternò hanno arrestato Buscemi Antonino, 25enne, e Sampognaro Marco Rosario Maria, 24enne, di Belpasso per furto aggravato e porto illegale in luogo pubblico di materiale esplosivo.

Ieri mattina, una gazzella, durante un servizio di controllo del territorio, ha sorpreso in via Beppe Fenoglio a Belpasso con una Fiat Uno, rubata poco prima a Santa Maria di Licodia. Nella circostanza, i militari all’interno dell’auto hanno rinvenuto due passamontagna, una bombola da kg 15 piena di gas propano liquido ed  una bombola da 63 kg piena di  ossigeno compresso collegate rispettivamente a tubi di gomma che terminavano con un cannello per tagliare il ferro. Il materiale è stato sequestrato mentre l’autovettura restituita al legittimo proprietario.

Gli arrestati sono stati tradotti nel carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

 

Caltagirone: arrestato spacciatore con 60 dosi di marijuana a casa.

I Carabinieri della Compagnia di Caltagirone hanno arrestato Di Benedetto Salvatore, 23enne, calatino, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Ieri, i militari, a conclusione di un’articolata indagine, hanno proceduto ad una perquisizione nell’abitazione del giovane rivenendo, abilmente occultati in un armadio della sua stanzetta, 60 dosi di marijuana, per un peso complessivo di 54 grammi, 1 grammo di cocaina e vario materiale utilizzato per il confezionamento dello stupefacente. L’arrestato è stato tradotto nel carcere di Caltagirone a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

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Conferenza dei capigruppo consiliari al Comune di Bronte

Dopo la provocazione fatta al Presidente del Consiglio Salvatore Gullota, stasera si e’ tenuta la riunione dei capigruppi consiliari per stabilire la convocazione del Consiglio Comunale per il giorno 04/02/2014 per discutere su alcuni punti rimasti sospesi nelle sedute precedenti e su alcuni nuovi tra i quali la richiesta di convocazione presentata dai consiglieri dell’opposizione in merito all’abbattimento delle barriere architettoniche presso la biblioteca comunale di Bronte.

Come ben sapete la biblioteca del Comune e’ ubicata in Via Annunziata ed all’ultimo piano del palazzo di proprietà’ comunale.

Oramai le critiche dei genitori per i figli portatori di handicap ha raggiunto il limite massimo, infatti lamentano il mancato accesso alla biblioteca comunale per la mancanza assoluta delle barriere architettoniche.

Con tale richiesta i consiglieri d’opposizione vogliono chiedere al Sindaco quanto segue:

1) intende realizzare l’installazione di un ascensore presso la locale biblioteca deluchiana?

2) esistono i certificati di agibilità’ ed abitabilità’ dei locali della biblioteca?

3) in caso di impossibilita’ a realizzare quanto detto ha pensato eventuale trasferimento in altro sito?

4) i bambini che attualmente frequentano la biblioteca sono all’interno di un locale che tuteli la loro sicurezza?

5) in caso di terremoto i locali sono sicuri o si rischia lo scivolamento del tetto come gia successo in Italia qualche anno in una struttura scolastica?

6) l’Amministrazione e’ in grado di certificare la sicurezza dei locali ai genitori dei bambini?

7) i genitori che mandano i propri figli presso i locali della biblioteca si sentono sicuri?

A tutte queste domande il gruppo dei consiglieri attende una risposta da parte del Sindaco nella seduta consiliare del 04/02/2014

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Cercasi saldatori ed operatori turistici

agenzia per il lavoro

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Occasione d’investimento capannone industriale

Ad un cliente dello studio gli è stata finanziata la costruzione di un capannone e l’acquisto di macchinari per la lavorazione di ortofrutta e castagne. L’importo ammesso è di circa € 2.000.000,00 ed il contributo a fondo perduto è di circa € 1.000.000,00 (50% a fondo perduto).

Poiché per motivi personali non lo può realizzare e la normativa permette la possibilità di cedere il decreto a terzi realizzando l’investimento in qualsiasi zona, se qualcuno ha necessità di usufruire del fondo perduto per realizzare un capannone possiamo organizzare un incontro per discutere di tutti i dettagli.

E possibile rimodulare il progetto in toto purché si sia in possesso delle autorizzazioni di costruzione di un eventuale nuovo capannone.

 Nunzio Spano’

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Si dimette la De Girolamo

De Girolamo, Letta accetta le dimissioni e assume ad interim il dicastero

Il premier convoca per questo pomeriggio a Palazzo Chigi i sottosegretari alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina e Giuseppe Castiglione. Romani: “Ritorno in Forza Italia? No alle porte girevoli”. Nitto Palma: “Berlusconi pronto ad accoglierla”. E la Biancofiore: “Dimissioni dovrebbe darle Letta”

De Girolamo, Letta accetta le dimissioni e assume ad interim il dicastero

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, accetta le dimissioni presentate domenica 26 gennaio dal ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, e assume adinterim il dicastero. Il premier ha convocato per questo pomeriggio a Palazzo Chigi i sottosegretari alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina e Giuseppe Castiglione.

Ciò non basta per placare le polemiche del giorno dopo l’addio. “Nunzia che torna a Forza Italia? E’ un sua scelta personale, a mio avviso la scissione ha determinato una separazione tra chi è andato via e chi è rimasto, non credo che andare e venire, le porte girevoli, in politica abbiano mai dato un contributo alla chiarezza e alla trasparenza”, afferma Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato ospite di Radio Uno.

Non è d’accordo il senatore di Forza Italia, Francesco Nitto Palma. “Se Nunzia volesse tornare in Forza Italia, Berlusconi non avrebbe problemi ad accoglierla”, assicura in un’intervista a Il Mattino, sottolineando che “lo ha detto lui stesso più volte: si sarebbe reso disponibile nell’eventualità in cui chi è andato via esprima il desiderio di tornare sui propri passi”.

Mentre il vicepremier Angelino Alfano ci tiene a sottolineare che “ho detto a Nunzia che non condividevo le sue dimissioni e ho provato, invano, a trattenerla. Ma ha la testa dura, ha insistito ad andare avanti”. E Michaela Biancofiore, deputato di Forza Italia, coglie l’occasione per chiedere le dimissioni di Letta, perché “ha fallito su tutta la linea” e “ha pensato solo alla sua poltrona con immeritata supponenza”.

“Il M5S mantiene le promesse #tuttiacasa”, scrive invece Beppe Grillo in un tweet con cui posta la foto dell’ormai ex ministro. Nell’immagine è riportata la scritta ‘fuori un altro’ e figurano i nomi diSilvio Berlusconi, del viceministro e sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, e di Luigi Tivelli, il lobbista ‘intercettato’ dai 5 Stelle al quale è stato ritirato il badge di ingresso a Montecitorio.

Nunzia De Girolamo ha annunciato domenica le dimissioni con una nota, in cui sottolineava di essere lasciata sola dall’esecutivo: “Mi dimetto da ministro – ha detto. L’ho deciso per la miadignità, è la cosa più importante che ho e la voglio salvaguardare a qualunque costo”. Convocata a Montecitorio per rispondere alle interrogazioni urgenti di Pd e Nuovocentrodestra, dopo lo scandalo all’Asl di Benevento, non aveva trovato al suo fianco né collega di partito Angelino Alfano, né il premier Letta. Il 4 febbraio si sarebbe dovuta discutere la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle.

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NUMERI AFFARI E CLIENTELE DELLA SANITA’ CATANESE

INVIATO DA WEBMIN IL LUN, 27/01/2014 – 02:58
redazione

 

La Sanità siciliana è la madre di tutti gli sprechi, la regina di ogni ruberia, l’imperatrice di tutte le clientele.

Laddove dovrebbe esserci il maggior presidio di legalità e sicurezza, laddove ogni cittadino dovrebbe potersi sentire accudito e curato proprio nei momenti in cui è più debole ed indifeso, una classe dirigente parassita e criminale ha costruito un vero e proprio impero del male.

Non è difficile capire il perchè, basta valutare alcuni semplicissimi numeri ed individuare le pochissime persone che questi numeri, alternandosi tra loro nelle varie tolde di comando, gestiscono da oltre un ventennio e sempre al servizio del referente politico di turno.

L’ Azienda Sanitaria di Catania è tra le più grandi d’Italia, di poco dietro quella palermitana che in Italia è terza per dimensioni e budget gestiti.

L’ASP, con a capo il Commissario Straordinario Gaetano Sirna, ha un budget annuale di 1.280 milioni di euro (si legge UNMILIARDODUECENTOTTANTAMILIONI), gestisce poco meno di 4.000 dipendentisuddivisi in 6 ospedali pubblici,che hanno complessivamente 524 posti letto.

Le cliniche private in convenzione con l’ASP sono 23 con altri 1.350 posti. I medici di base quasi un migliaio con circa 200 pediatri.

Gli ospedali che gravitano sul centro cittadino sono 3 e gestiscono complessivamente 743 milioni di euro, con quasi 7.000 dipendenti per 2.000 posti letto.

Il Policlinico di Catania con a capo Antonio Lazzara, che raggruppa ormai anche il Vittorio Emanuele e Ferrarotto, ha un budget annuale di 350 milioni di euro per 870 posti letto con 3.500 dipendenti.

Il Garibaldi con 217 milioni per 611 posti letto e 2.150 dipendenti è gestito da Angelo Pellicanò.

E’ invece Paolo Cantaro il Commissario Straordinario dell’ospedale Cannizzaro con i suoi 1.300 dipendenti e 483 posti letto, di euro annualmente ne gestisce 175 milioni.

Numeri da brivido, per i quali si scatenano gli appetiti feroci dei vari clan politici.

E troppo spesso la necessità di ricorrere ad un pronto soccorso o reparto ospedaliero si trasforma per il cittadino in vero e proprio calvario, in balia di inefficienze da terzo mondo, bersaglio di umiliazioni scandalose.

E’ quindi più che mai opportuno che la stampa si faccia carico di aprire finestre sempre più ampie su questo mondo e da oggi i redattori di SUDPRESS cominceranno un loro viaggio all’interno dei nosocomi catanesi per raccontarne …la storia.

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Esempio di ingiustizia sociale

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Sculture di ghiaccio

Hardin Ice And Snow Sculpture Festival

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Idee per qualche “cardone” delle nostre parti

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NEL CENTRO STORICO “FARM CULTURAL PARK”

Favara diventa un distretto d’arte
Come rinasce un paesino siciliano

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ARTE E CULTURA 25 gennaio 2014

di Redazione

Molto più di un progetto di riqualificazione. “Farm Cultural Park” è un distretto d’arte, il primo parco culturale e turistico in Sicilia e in Italia. La location è il centro storico di un paesino nella dimenticata provincia agrigentina, Favara, con i suoi 33mila abitanti a dieci chilometri dalla Valle dei Templi.

L’idea ambiziosa divenuta realtà si deve a una coppia di suoi concittadini, Andrea Bartoli e Florinda Saieva, rispettivamente notaio e avvocato, che hanno deciso di fare del proprio paese un centro d’arte e cultura di respiro internazionale. Tra stile contemporaneo e vecchi edifici, il complesso si compone di gallerie d’arte, spazi espositivi, residenza per artisti, librerie, alberghi d’avanguardia, scuole di specializzazione in hotellerie d’avanguardia e centri di grafica. Una boccata d’ossigeno per un paese dal quale sono più spesso quelli che vanno che coloro che arrivano.

GUARDA LE FOTO

“Farm Cultural Park” apre i battenti a giugno del 2010 ma la sua nascita ha inizio nove anni prima, quando Andrea apre una masseria di famiglia a butera. Nel tempo, “Farm” si trasforma, cresce, fino alla decisione di investire letteralmente sul territorio e acquistare alcuni ruderi in un centro storico in preda a incuria e abbandono. Oggi, Favara si ritrova con un volto nuovo, e non più solo agli occhi dei favaresi.

Il blog britannico Purple Travel ha collocato Favara e Farm Cultural Park al sesto posto al mondo come meta turistica per gli amanti dell’arte contemporanea, a riprova che Favara non è più invisibile. “Stiamo provando a costruire un pezzo di mondo migliore – racconta Andrea Bartoli –, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere”.

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Centralinista con esperienza maturata nella medesima mansione nel settore farmaceutico

Luogo di lavoro: CATANIA (Catania) – Sicilia inserito il: 

Centralinista con esperienza maturata nella medesima mansione nel settore farmaceutico

Le offerte di lavoro si rivolgono ad entrambi i sessi (D. Lgs 198/2006).

I candidati sono invitati a leggere sul sito www.openjob.it l’informativa privacy (D.Lgs.196/2003

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Offerte di lavoro

 

Luogo di lavoro: MARINA DI RAGUSA (Ragusa) – Sicilia

Addetto/a Back Office con fluente inglese. Si richiede: fluente conoscenza della lingua inglese, esperienza nell’attività di back office, conoscenza base della contabilità e prima nota.

Le offerte di lavoro si rivolgono ad entrambi i sessi (D. Lgs 198/2006).

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Offerte di lavoro

Manutentore elettrico

 

 

Luogo di lavoro: RAGUSA (Ragusa) – Sicilia

Elettricisti settore fotovoltaico con esperienza nella manutenzione elettrica settore Industriale.

Le offerte di lavoro si rivolgono ad entrambi i sessi (D. Lgs 198/2006).

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