ZAPPARATA CHI?

INVIATO DA WEBMIN IL MER, 15/01/2014 – 17:16
Pierluigi Di Rosa

 

Il Pubblico Ministero Antonino Fanara, ne abbiamo parlato in altro articolo, ha chiesto al giudice Marina Rizza di poter acquisire agli atti del procedimento Iblis/Lombardo alcune intercettazioni effettuate dai carabinieri del ROS all’interno degli uffici di Mario Ciancio Sanfilippo nella sede del quotidiano La Sicilia.

 

Oggetto della conversazione l’affare relativo alla costruzione del centro commerciale Porte di Catania, realizzato su terreno di proprietà dello stesso Ciancio e di cui l’amministrazione Scapagnini/Lombardo trasformò rocambolescamente la destinazione da agricolo a commerciale.

Le intercettazioni ambientali risalgono al 2008 ed erano presenti oltre a Ciancio ed il suo socio Vincenzo Viola anche gli acquirenti del centro commerciale “Porte di Catania” e Raffaele Lombardo. Al centro dell’incontro ci sarebbe stata una richiesta di intervento amministrativo. Secondo i pm le voci registrare dalle microspie dimostrerebbero un nuovo collegamento tra il politico e la realizzazione del centro commerciale in contrada “Pigno” a Catania nato sui terreni di proprieta’ di Ciancio. Depositati anche gli atti di indagini disposte dal gup nel dicembre scorso e affidati al Ros.

La “curiosità” degli investigatori pare si sia incentrata, oltre che sui diretti interlocutori presenti all’incontro, sul nome che emerge nel corso della discussione, indicato come il soggetto che avrebbe dovuto, per conto di Lombardo, risolvere proprio i “problemi amministrativi”  di cui si discuteva.

Il nome è quello di tale “Zapparata”, al momento non esattamente identificato.

Scorrendo gli atti dell’indagine IBLIS che vede alla sbarra mafiosi, imprenditori e politici, la maggior parte dei quali già condannati a pene pesantissime in primo grado e per i quali in appello il Procuratore Generale Siscaro ne ha chiesto la conferma di condanna ed in alcuni casi (l’ex onorevole Giovanni Cristaudo) contestandone l’assoluzione in primo grado, in effetti il nome di Zapparata ricorre proprio in una intercettazione telefonica e proprio in merito all’affare Porte di Catania.

In quella intercettazione il personaggio in questione, che parla con un imprenditore, è Matteo Zapparata che però non risulta essere stato indagato.

Si tratta di un fedelissimo di Raffaele Lombardo, da questi nominato dirigente responsabile dell’Ufficio Tecnico della Provincia di Catania e poi suo Capo di Gabinetto.

L’architetto Zapparata ha poi seguito Raffaele Lombardo nella sfortunata avventura della presidenza della regione, ottenendone l’incarico di commissario del Consorzio Autostrade Siciliane, per il quale è finito sotto processo con l’accusa di “attentato alla sicurezza dei trasporti” per presunte omissioni nella manutenzione di alcune gallerie sulla Catania-Messina.

Il 31 ottobre del 2007 viene intercettato su un’utenza cellulare intestata alla Provincia regionale di Catania mentre parla con un imprenditore.

All’epoca è capo di gabinetto di Raffaele Lombardo che è ancora presidente della provincia.

Oggetto della discussione, appunto, l’affare del centro commerciale e l’interessamento “a Palermo”.

Perchè mai il nome di un personaggio Zapparata ricorra in intercettazioni in cui si parla di un affare “commerciale” così “particolare” ed a che titolo l’architetto vicino a Lombardo se ne interessi tanto è la domanda cui dovranno rispondere adesso gli inquirenti.

Si riapre così un filone che sembrava essersi esaurito e che da questo nuovo atto trova ulteriore slancio, con l’inchiesta IBLIS, tanto avversata nella sua prima fase, e che, adesso, si conferma come il punto di partenza con cui la magistratura catanese sta cercando di portare alla luce i terribili intrecci tra mafia-imprenditoria e politicanza che hanno devastato la città di Catania.

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