Province, verso il rinvio della riforma Avanti: “Attentato alla democrazia

CONFERMATA LA STATALIZZAZIONE DEI LICEI PROVINCIALI

province
POLITICA 29 agosto 2013

di Redazione

“Mi auguro che le voci di un possibile rinvio della riforma e di un prolungamento del commissariamento delle Province si rivelino infondate. In caso contrario saremmo di fronte ad un vero e proprio attentato alla democrazia”.

Il Presidente dell’Unione regionale province siciliane Giovanni Avanti interviene nell’attuale dibattito politico sulla riforma delle Province.

“L’ipotesi di un rinvio trapelata in questi giorni dalla Regionee non esclusa dall’assessore alle autonomie locali Patrizia Valenti – afferma Avanti – è davvero inquietante. Sarebbe la conferma di un piano finalizzato a controllare le Province sine die attraverso i commissari, dopo aver eliminato con un colpo di mano le elezioni della scorsa primavera. Vorrei sapere dove sono e cosa pensano coloro che lo scorso marzo applaudivano al provvedimento di legge con il quale si commissariavano le Province in attesa della riforma e si inneggiava al cosiddetto modello Sicilia”.

“Oggi a distanza di cinque mesi lo scenario è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo nove enti allo sbando – dice Avanti -, con una situazione finanziaria disastrosa che blocca non solo i servizi essenziali ma impedisce persino il pagamento degli stipendi, mentre la riforma degli enti è tutta in alto mare e le prime proposte del governo regionale, tutte ancora da verificare, destano non poche perplessità e rivelano ancora una volta improvvisazione e idee confuse. Altro che modello Sicilia. Purtroppo però  il sospetto è che dietro  questo percorso, troppo sconclusionato per essere vero, si nascondano altro tipo di interessi, in primis la gestione della  privatizzazione degli aeroporti a cominciare da quelli di Palermo e Catania,per proseguire con la gestione del patrimonio immobiliare delle nove Province”.

“Prolungare la gestione commissariale rappresenterebbe quindi non solo un golpe istituzionale, ma anche il tentativo di mettere nelle mani di soggetti nominati direttamente dal Presidente Crocetta la scelta su questioni di primaria importanza e con forti refluenze economiche, senza alcun controllo da parte di organi eletti democraticamente. Tutto questo sta però passando sulla testa non solo dei 6500 dipendenti provinciali, ma su una miriade di soggetti che dalle Province dipendono e sui cittadini che stanno vedendo venir meno una serie di servizi fondamentali quali la scuola e la viabilità. Ma questo sembra non importare a nessuno”.

 Intanto sembra segnato il destino dei licei provinciali. Dopo l’approvazione di un provvedimento ad hoc nel corso dell’ultima giunta di governo, proposto dall’assessore Scilabra, è stato varato il piano di accorpamento dei licei dei coralli e specialistici della provincia di Trapani ad altre istituzioni scolastiche statali. La stessa sorte toccherà anche agli altri licei, compreso l’Ipcl di Palermo. nonostante le proteste, infatti, la segretaria generale di palazzo d’Orleans sta dando mandato ai commissari di procedere alla statalizzazione. Una scelta che si muove in direzione opposta rispetto alle indicazioni del Parlamento.

L’Ars, di fatto, viene esautorata anche in questo caso. Lo scorso 9 agosto l’assemblea aveva approvato un ordine del giorno con il quale aveva chiesto esplicitamente ai commissari incaricati dello scioglimento delle Province di bloccare i percorsi di statalizzazione avviati in quanto non garantiscono né i docenti né la continuità della didattica. L’assessore alle Autonomie locali, il 23 agosto, dunque meno di una settimana fa, con una propria nota aveva raccomandato ai commissari il rispetto di quanto richiesto dall’Ars “per garantire il corretto inizio delle attività scolastiche”.

La statalizzazione, probabilmente, garantisce l’avvio dell’anno scolastico ma non si sa in che modo ne da garanzie sulla prosecuzione delle lezioni. appare probabile infatti, che le classi possano essere smembrate ed accorpate ad altri licei perdendo la specificità degli studi che si seguivano nei provinciali. Su tutti c’è una sola certezza ovvero il “licenziamento” degli insegnanti precari.

Contro queste scelte si schiera la Cgil che si rivolge al prefetto di Palermo chiedendogli di bloccare la procedura per l’istituto di cultura e lingue 

mav

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