Mascali, Comune sciolto per infiltrazioni mafiose La decisione è stata presa dal Consiglio dei Ministri

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LA DECIDIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Mercoledì 27 Marzo 2013 – 14:02 di 

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Il Comune di Mascali, tra i principali centri della fascia ionica, è stato sciolto per mafia, insieme ad altri 5 centri tra cui Polizzi Generosa. La decisione è stata presa dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Cancellieri. Il Comune era già stato sciolto per infiltrazioni nel 1992. Le reazioni del Sindaco e della Giunta.

ROMA – Terremoto nell’hinterland etneo. Il Comune di Mascali è stato infatti sciolto per infiltrazioni mafiose. A prendere la decisione, il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’interno, Annamaria Cancellieri, pochi minuti fa. Il Comune era già stato sciolto per infiltrazioni nel 1992.Insieme al Comune etneo, altri 5 centri sul territorio nazionale hanno subito la stessa sorte: si tratta di Polizzi Generosa (Palermo), Quarto (Napoli), Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Siderno (Reggio Calabria), San Calogero (Vibo Valentia), nonché la proroga per 6 mesi dello scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace (Vibo Valentia).“E’ il frutto di un lavoro che viene da lontano. Non posso che essere soddisfatto per il riconoscimento dell’attività svolta dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura etnea”.Lo ha affermato il procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi, commentando la delibera con la quale il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia, del Comune di Mascali.

Ultima modifica: 27 Marzo ore 20:08
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COMUNE SCIOLTO PER MAFIA

“Mascali non merita questo”
Le prime parole del sindaco Monforte

Mercoledì 27 Marzo 2013 – 19:13 di 

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Amarezza, choc e incredulità. Sono questi i primi commenti che giungono da Mascali dopo la notizia dello scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose

Filippo Monforte, sindaco di Mascali

MASCALI – “Mascali non si meritava un provvedimento del genere”, commenta così a caldo alla redazione di LiveSiciliaCatania il primo cittadino, Filippo Monforte, la notizia dello scioglimento del comune ionico per infiltrazioni mafiose. “Non mi è stato ancora notificato nulla – prosegue Monforte – e non posso quindi entrare nel merito del provvedimento. Posso solo dire che mi sembra una cosa ingiusta”.

A poco più di 20 anni di distanza per Mascali si materializza l’incubo dello scioglimento. All’epoca Filippo Monforte era componente della giunta di Giovanni Cardillo, subentrato da pochi mesi al dimissionario Biagio Susinni. A carico di quest’ultimo, si legge nel decreto del ’92, si rilevavano preoccupanti collegamenti con ambienti malavitosi di significativo rilievo criminoso.

“Le motivazioni del decreto del ’92, alla luce dei fatti, si sono rivelate inesistenti – dice oggi Biagio Susinni – Un provvedimento vergognoso per una città che non lo meritava. Prima di commentare questo decreto voglio capire quali sono le motivazioni. Di certo – prosegue Susinni – non è una bella notizia per la mia città. E’ un grave danno d’immagine che mi addolora”.

Sulla stessa falsariga il commento di Giuseppe Barbarino, già pronto a correre per la poltrona di primo cittadino di Mascali e consigliere comunale quando il comune fu raggiunto dal primo decreto di scioglimento. “E’ una cosa choccante che non mi aspettavo – dichiara a LiveSiciliaCatania Giuseppe Barbarino – Così si penalizza l’intera collettività di Mascali, che pagherà un prezzo molto alto. Un danno d’immagine che si tradurrà in un pesante danno economico, in un periodo di grave crisi. Chi vorrà investire nel nostro comune – prosegue Barbarino – adesso ci penserà due volte. 20 anni fa, lo sanno tutti, la città non meritava quel decreto e tempo dopo, infatti, il comune fu riabilitato. Mascali non è un paese mafioso. A naso – conclude Barbarino – credo che abbiano influito le recenti indagini sfociate nell’operazione “Nuova Ionia”.

Commenta la notizia anche Angelo Gagliano, subentrato meno di un anno fa nella nuova giunta tecnica di Monforte. “E’ stato un fulmine a ciel sereno – dice Gagliano – Conosco poco l’ente perché sono subentrato nella fase finale e non sono residente in questo comune ma non ho mai intravisto collegamenti diretti con ambienti criminali. Qualche provvedimento illegittimo è stato preso – prosegue l’ormai ex assessore – ed io ho cercato di porre rimedio con gli strumenti che ho a disposizione. Ma tutto questo mi sembra eccessivo. Ero a conoscenza, come tutti, delle indagini ma non pensavo – conclude Gagliano – che potessero sfociare in un provvedimento del genere”.

Ultima modifica: 27 Marzo ore 19:19

PROVVEDIMENTO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

I consigli comunali di Mascali
e Polizzi Generosa sciolti per mafia

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CRONACA 27 marzo 2013

di Redazione

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, ha deliberato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia di 6 Consigli comunali fra cui Polizzi Generosa in provincia di Palermo e Mascali nel catanese.

Sciolti anche i consigli comunali di  Quarto (Napoli), Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Siderno (Reggio Calabria), San Calogero (Vibo Valentia).  E’ stata inoltre deliberata la proroga per 6 mesi dello scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace (Vibo Valentia).

Già nel 1992 il Consiglio comunale di Mascali venne sciolto per mafia, la decisione di oggi, invece,  arriva dopo l’inchiesta della Procura di Catania denominata Nuova Ionia sulle presunte infiltrazioni mafiose nella gestione dei rifiuti nel territorio dell’Ato Joniambiente in cui rientra anche Mascali.

Alla base del decreto di scioglimento adottato dal consiglio dei Ministri che ha prodotto lo scioglimento del consiglio comunale di Mascali vi è l’indagine della Procura etnea “Nuova Ionia” che ha permesso di ipotizzare l’infiltrazione di elementi di spicco della criminalità organizzata” nell’attività di gestione dei rifiuti facente capo alla Aimeri ambiente, quale aggiudicatrice dell’appalto bandito dall’Ato CT1 Joniambiente”. Laconico è stato il commento del Procuratore della Repubblica Giovanni Salvi alla notizia dello scioglimento del consiglio comunale. “E’ il frutto di un lavoro che viene da lontano. Non posso che essere soddisfatto per il riconoscimento dell’attività svolta dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura etnea”, sono state le parole di Salvi

L’indagine Nuova Ionia è culminata mesi fa con l’arresto di 27 persone, 5 delle quali ai domiciliari. Altre 16 sono state indagate, compresi amministratori e funzionari Pubblici. Sequestrati documenti in 14 Comuni Ionici, ed effettuati controlli in aziende e società d’ambito del settore, alle quali non è contestato alcun reato. Tra gli indagati, per corruzione, anche il sindaco di Mascali Filippo Monforte, e il suo assessore ai Lavori pubblici, Rosario Tropea.

Dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Catania sarebbe emerso il ruolo di primo piano dei fratelli Alfio e Salvatore Tancona e di Roberto Russo, considerati ai vertici del clan Cintorino. La Dia avrebbe accertato “irregolarità nei servizi che avrebbero consentito all’organizzazione di lucrare rilevanti vantaggi di natura economica”, attraverso “la falsificazione dei formulari di raccolta e conferimento in discarica della differenziata” e il “ricorso a procedure di somma urgenza”.

La Procura ha indagato anche sulla sospetta “inerzia delle pubbliche amministrazioni”(compresa quella di Mascali) e su “assunzioni a tempo determinato di persone segnalate da Russo”. Sull’inchiesta ci sono state diverse valutazioni tra Procura e Gip, con quest’ultimo che ha derubricato alcuni reati,
disconoscendo l’aggravante dell’associazione mafiosa ed escludendo anche il concorso esterno, e rigettato richieste di arresto. Come ha conferma il giorno dell’operazione lo stesso procuratore capo Giovanni Salvi che in conferenza stampa parlò di “normale dialettica tra uffici giudiziari”. Contro il rigetto dell’emissione di provvedimenti cautelari, che riguardano anche alcuni amministratori e funzionari pubblici, la Procura aveva annunciato ricorso al Tribunale del riesame.

foto da wikipedia

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