LE SPESE DELLA POLITICA
Lunedì 24 Settembre 2012 – 20:53 di Salvo Toscano
Gli onorevoli Lupo e Cracolici stigmatizzano la “pretestuosa polemica” sui 19 mila euro spesi per il panino e l’espresso dei dipendenti del gruppo. “Sorprende che si monti un caso per questo”, scrivono. Ma forse la cosa più soprendente è la loro sorpresa.
Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici sono due politici di spessore, nonché due deputati tra i più attivi nell’ultima legislatura, ma anche, evidentemente, due palermitani a cui stanno a cuore le care vecchie tradizioni. Nel pomeriggio, infatti, il segretario e il capogruppo del Partito democratico hanno sentito la necessità, proprio mentre il partito era riunito in direzione regionale per parlare delle prossime regionali, di inviare un comunicato stampa in cui si stigmatizzava “una nuova pretestuosa polemica sui 19.846 euro destinati dal gruppo PD in un anno per le spese di pasti, caffè e bibite”. Una cifra che è certo una goccia nel mare delle spese faraoniche dell’Assemblea regionale. Per smontare la “pretestuosa polemica”, nel comunicato “si fa notare che la cifra equivale a circa 1.600 euro al mese, utilizzati principalmente per i pranzi dei 25 dipendenti del gruppo: sorprende che si possa montare un caso anche se si rimborsa ai dipendenti il panino e il caffé”.
Già, sorprende. E mai verbo, forse, fu più felice. Sorprende sì, cari onorevoli Lupo e Cracolici, che persino a due politici di riconosciuta intelligenza e onestà intellettuale sfugga in modo talmente evidente quali sentimenti attraversino in questo momento il popolo che ogni assemblea elettiva è chiamata a rappresentare. Sorprende che in un momento in cui migliaia di siciliani finiscono per strada, assistendo impotenti all’evaporare del posto di lavoro sul quale avevano costruito il proprio presente e il futuro dei propri figli, in una stagione in cui gran parte di quanti vivono di lavoro, lavoro non assistito da pubbliche prebende, fanno fatica a mettere insieme i soldi necessari a pagare le tasse, in un momento talmente denso di ansia e carico di tensione, sorprende che davvero non ci si renda conto della più che legittima domanda che ogni contribuente si pone di fronte a quei 19.846 euro: ovvero, con tutto l’affetto, il rispetto e la solidarietà per ogni lavoratore padre di famiglia, ci spiegate perché mai ai dipendenti dei gruppi parlamentari, mantenuti a nostre spese con quindici mensilità, il panino e il caffè dobbiamo pagarlo coi soldi delle nostre tasse?