Catania – Processo Ospedale “Garibaldi”, chiesto intervento a tutela del Consiglio Nazionale Forense.
Si è svolta venerdi 10 dicembre a Roma l’audizione davanti al Consiglio Nazionale Forense – presieduto dal Prof. Guido Alpa e con l’intervento del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione Galati – dell’avv. Giuseppe Cicero, accompagnato dagli avvocati Carlo Taormina ed Antonio Fiumefreddo.
Alla presenza del massimo organo di autotutela dell’Avvocatura italiana, l’avv. Cicero ha esposto la incredibile vicenda del processo che da oltre 10 anni si occupa dei fatti relativi all’appalto per la realizzazione dell’ospedale Garibaldi di Catania.
Ora, dopo che il Tribunale lo ha assolto dall’accusa di corruzione aggravata dall’aver favorito la mafia, l’avvocato amministrativista ha chiesto ed ottenuto di poter esporre la sua denunzia in relazione alle gravissime devianze che avrebbero caratterizzato la conduzione di quell’indagine.
E’ stato sottolineato come proprio alcuni metodi utilizzati in quell’indagine sono stati definiti dal Procuratore generale presso la Corte di Cassazione all’origine del cosiddetto <> mentre il Pubblico Ministero che al tempo coordinava le investigazioni ha chiesto d’essere trasferito anticipando di poco la decisione del plenum del CSM chiamato a decidere sul suo operato. Lo stesso Pubblico Ministero che, a procedimento appena avviato nella fase del dibattimento, si sarebbe candidato al Parlamento Europeo dopo avere ricevuto un incarico politico quale consulente di una Commissione parlamentare (incarico stigmatizzato al CSM per la sua evidente commistione con taluni dei politici che proprio quel Magistrato aveva sottoposto ad indagine, ed a quella indagine).
Sempre nel corso della lunga audizione è stato sottolineato come le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Maurizio Di Gati, ritenute riscontrate da tutte le Procure siciliane hanno incontrato invece, proprio a Catania, una patente di non riscontrabilità. Quel collaborante ha riferito di aver partecipato direttamente ad un summit per la spartizione degli appalti, rivelando la collusione tra ambienti politici, imprenditoriali e criminali.
Gli avvocati Taormina e Fiumefreddo hanno quindi chiesto l’intervento autorevole del Consiglio Nazionale Forense a tutela dell’avvocatura, indubbia parte debole quando una parte della Magistratura assume metodi e forme anomali.
Fonte: il corriere del sud 13/12/2010